Caos, Libertà e Movimento

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    Accensione Comune del Calice


    Lett: SIGNORE, aiutami ad essere per tutti un amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia. Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la tua pace, o SIGNORE. Fa' che sia disponibile e accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, SIGNORE della tenerezza. [dalla tradizione cattolica]

    Letture

    (I)
    Gen 1: 7 Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi; unirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture. 8 Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino.
    9 Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» 10 Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto»

    (II)
    Gen 28:16 Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: «Certo, il SIGNORE è in questo luogo e io non lo sapevo!» 17 Ebbe paura e disse: «Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!» 18 Giacobbe si alzò la mattina di buon'ora, prese la pietra che aveva messa come capezzale, la pose come pietra commemorativa e vi versò sopra dell'olio. 19 E chiamò quel luogo Betel;

    (III)
    “L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.”
    GIOVANNI FALCONE

    Riflessione
    Cari Amici,
    Ciò di cui vorrei parlarvi oggi è un tema su cui ho riflettuto molto e credo di poter esporre con una certa chiarezza.
    Vorrei condividere con voi una mia riflessione su tre grandi esperienze dell’animo umano, caos, libertà e movimento.
    In principio l’uomo si trovò di fronte a un Mistero dicono gli UU, a un Abisso dice Grigg, al Caos direbbe Nietzsche, si scoprì nudo fa eco la Bibbia, ed ebbe paura.
    Questa esperienza originaria di Mistero, di dubbio, di incomprensione e di paura, non la possiamo eliminare, dobbiamo solo imparare a conviverci nella maniera migliore possibile, anche perchè, come dice uno dei nostri cardini questo mistero ci chiama ad esplorarlo… Adamo dove sei? direbbe la Genesi. Questa chiamata implica una decisione e un movimento. La decisione è un atto di libertà che implica la scelta della risposta, il movimento invece indica la direzione della risposta. In questo scritto vedremo un duplice movimento: da un lato quello verso il Mistero che implica una volontà di avvicinamento e conciliazione frutto di un uso virtuoso della libertà; dall’altro la fuga dal Mistero, che implica irrigidimento e contesa, frutto di un uso vizioso della libertà. Empedocle chiamava questi due movimenti amore e contesa.
    Penso che i 7 Principi possano essere 7 temi o 7 sfide in cui il quadro concettuale appena esposto prende vita.
    1] L’intrinseco valore e la dignità di ogni persona Cosa può dirci questo tema? Da un punto di vista personale, se scegliamo di coltivarlo ci dice che noi abbiamo un intrinseco talento, una ricchezza e una potenzialità che dobbiamo coltivare e non sprecare. La libertà virtuosa implica una scelta d’amore verso noi stessi, verso una piena realizzazione del nostro sè, compatibilmente alle occasioni, più o meno ampie che la vita ci offre. Se scegliamo invece di trascurarlo, sperimentando l’aspetto vizioso della libertà, ci apriamo all’egoismo e al risentimento, spesso orientando la potenzialità creativa di cui siamo dotati a danno di noi stessi. Da un punto di vista collettivo il discorso è più o meno lo stesso: se intendiamo virtuosamente la nostra libertà allora siamo capaci di riconoscere la stessa dignità nell’altro. Se invece orientiamo le nostre scelte al vizio, allora iniziano guerre per il possesso, ripicchine stupide e tanta sofferenza.
    2] Giustizia, Equità e Compassione virtuosamente implica la scelta nell’impegnarsi ad essere un modello, una guida e un esempio per quanti siano in difficoltà, ad impegnarsi per essere concretamente di aiuto alle persone in difficoltà per facilitare la loro scelta verso l’amore e lo sviluppo virtuoso delle proprie possibilità. La scelta su questi temi può anche però essere viziosa, prestando il fianco ai numerosi esempi di ingiustizia, di egoismo e di iniquità che abbiamo sotto gli occhi quasi ogni giorno. Lo Stato deve essere garante e promotore di questi valori: in senso retributivo deve garantire pene certe e proporzionate agli autori di un reato; in senso riparativo deve offrire alle vittime una giustizia per il danno subito, che possa essere certa senza scadere nella vendetta; da un punto di vista riabilitativo deve pensare a non sprecare le potenzialità umane degli autori dei reati, cercando il modo di restituirli a una vita quanto più possibile significativa. Lo Stato deve essere esempio di equità e compassione, equilibrando le possibilità che la sorte ha distribuito in maniera ineguale e stando vicino alle persone in difficoltà nel momento del bisogno.
    3] l’accettazione reciproca ed l’incoraggiamento alla crescita spirituale nelle nostre congregazioni;
    In senso virtuoso noi frequentiamo la congregazione per crescere spiritualmente. La congregazione è il luogo dove posso trovare un cibo spirituale che mi è impossibile trovare altrove, per 2 motivi: a) Mi invita prendere consapevolezza del fatto che il senso di Caos, di Mistero, di paura originaria, connesso con esperienze come il dolore, la sofferenza e la morte è ineliminabile e può lenirsi solo attraverso delle costruzioni spirituali che mi aiutino a dare a questa esperienza un senso, la ricerca di significato di cui diremo tra poco, e mi accompagnino in una Sua esplorazione autentica.
    b) Sebbene una personalizzazione sia ineliminabile in questo processo, abbiamo 3 strumenti che ci possono essere utili:
    – Le sei fonti, che ci aiutano a rileggere le esperienze tradizionali in chiave UU
    – I suggerimenti dei pastori e dei confratelli
    – Il confronto con le costruzioni spirituali dei confratelli, che ci aiuta sia a capire la finitezza della nostra comprensione spirituale, e quindi la nostra necessità di apertura, sia a perfezionare la nostra costruzione, facendo nostre risposte ed elementi provenienti dal vissuto dei confratelli.
    In senso vizioso invece la libertà deteriore porta un individuo, stravinto dalla paura, che reagisce in due modi: o tenta di soffocarla attraverso complesse strutture dogmatiche, stando attento ad eliminare ogni forma di miglioramento o dissenso, o nega completamente l’importanza antropologica della dimensione spirituale degli individui, accettando un vuoto innaturale che poi deve colmare con stratagemmi e comportamenti non sempre semplici e sereni. La libertà egoistica porta quindi a voler usare la comunità per riempire un vuoto e legittimare la propria rinuncia, piuttosto che come segno di reale apertura.
    4] la libera e responsabile ricerca della verità e del significato della vita;
    In senso deteriore siamo soliti interpretare responsabile come sinonimo di autonomo, e ci sembra opportuno invitare ciascuno a costruirsi autonomamente la propria esperienza spirituale, guardandoci bene da qualunque tipo di osservazione o commento reciproco. Il grave errore che commettiamo è di ritenere automaticamente capaci e consapevoli ciascuno dei membri per il solo fatto che abbiano varcato la porta virtuale della nostra congregazione. I neofiti sono chiamati a un lavoro spirituale cui non sono abituati, per cui non hanno i mezzi ed in cui vengono sostanzialmente lasciati soli. E’ vero che un ingegnere crea un prototipo di auto da solo, cosi come un elettricista fa un impianto, ma prima di poter agire in autonomia entrambi devono seguire un apprendistato, difficile e pesante, attraverso cui l’agire in autonomia sia possibile. L’autonomia è qualcosa che va guadagnata alla fine di un processo di apprendimento, e non data per scontata all’inizio. Dico questo perchè quello che molto spesso si intende come un grande regalo ai membri, l’autonomia, rischia di essere un enorme danno: ciò che otteniamo è spesso silenzio, o un qualche magro scarabocchio spirituale, che porta ad un altissimo tasso di abbandono.
    In senso virtuoso invece, la costruzione spirituale personale cui invitiamo deve essere responsabile, ossia saper rispondere di se stessa rispetto alle:
    -) Sollecitazioni spirituali nel quotidiano: l’esperienza spirituale deve poterci essere compagna nelle esperienze quotidiane, dandoci una bussola di significato che ci possa fare sentire in pace con noi stessi mentre viviamo autenticamente la vita.
    -) Sollecitazioni sociali e congregazionali: la nostra esperienza spirituale deve poterci permettere di prendere posizione nei confronti sociali, reagendo in maniera significativa ai grandi temi bioetici.
    -) Sollecitazioni eccezionali: una disgrazia, un lutto, una grave malattia. La nostra costruzione deve essere tale da saper resistere a queste esperienze che scuotono da profondo le nostre fondamenta, ed anzi confortarci e sostenerci in questi periodi bui.
    Se ci rendiamo conto che la nostra costruzione spirituale è inadatta a tutto questo, dobbiamo dire e dirci che è insufficiente e cercare reciproco aiuto per migliorarla. La congregazione deve avere spazi in cui questo processo di confronto e miglioramento è permesso e incoraggiato.
    5] il diritto della coscienza e l’utilizzo del processo democratico nelle nostre congregazioni e nella società in generale;
    In senso virtuoso l’amore richiede l’impegno di tutti per poter regnare. La ricchezza di una società è data dalla misura in cui riesce ad armonizzare e conciliare le differenti esperienze, offrendo un caleidoscopio di vissuti.
    In senso deteriore: occorre però ricordare che la democrazia diviene un diritto ed un valore se e solo se è portata avanti con l’impegno qualificato di tutti. Una situazione in cui su un potenziale di 100 aventi diritto si rendano disponibili solo 10 al momento di decidere di cui 8 votino soltanto per simpatia, non avendo la minima coscienza di ciò che si vota, non è democrazia, è una buffonata. Se vogliamo il processo democratico dobbiamo impegnarci tutti davvero per renderlo possibile.
    6] l’obiettivo di una comunità globale con pace, libertà, e giustizia per tutti;
    In senso virtuoso: è la realizzazione massima dell’esperienza di vita, il Regno cristiano, Un impegno a cui tutti dobbiamo tendere disciplinando noi stessi e facendo si che, kantianamente, il modo in cui noi agiamo possa davvero valere come norma universale.
    In senso vizioso: Guardando la storia della (mancata) convivenza tra le esperienze spirituali, ed anche guardando la pur breve storia unitariana e UU, dobbiamo renderci conto che questo obiettivo è molto difficile e ancora molto lontano da venire. Dobbiamo elaborare modelli credibili di disciplina di noi stessi e modelli più efficaci di disciplina del dissenso e di rispetto delle regole nelle nostre congregazioni, prima di poter pensare di esportare la nostra esperienza su larga scala,
    7] il rispetto per la rete interdipendente di tutta l’esistenza della quale facciamo parte.
    In senso virtuoso: dobbiamo renderci conto che anche la più piccola delle nostre azioni può avere effetto sull’umanità tutta e sul pianeta che condividiamo. Dobbiamo renderci conto che come direbbe Lao Tzu la lotta per i grandi temi come la pace, l’ecologia, l’equità sociale, iniziano da un piccolo gesto compiuto oggi e ora.
    In senso vizioso: rischiamo di ridurci a tanti Napalm 51, (il mitico personaggio di Crozza), impegnati in tante incredibili battaglie dal divano di casa propria, che polemizzano contro tutto e tutti solo per passare il tempo, passando la vita a brontolare, senza risolvere mai molto…

    Alla fine, la decisione su ognuno di questi temi è sempre e solo nostra
     
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    granatiere granitico

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